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Trento, 3 gennaio 2010
Il consigliere lascia il partito
«La mia con i Verdi È una storia finita»
Bombarda: «Spiace ma mi hanno lasciato solo»

Il consigliere provinciale rivela di non avere più rapporti con il suo partito:
«In un anno e mezzo nessun contributo di idee: dietro alle spalle non ho nessuno»

Intervista a Roberto Bombarda
de l’Adige di domenica 3 gennaio 2010

Roberto Bombarda lascia i Verdi del Trentino, partito con il quale per due volte è stato eletto in consiglio provinciale. Da sempre critico con la gestione Boato-Berasi, Bombarda ha deciso di dire basta: «Coi Verdi è una storia finita. Mi spiace per come è andata ma nell’ultimo anno e mezzo mi hanno lasciato solo».

È da mesi che Roberto Bombarda rimugina sul suo rapporto con i Verdi del Trentino, partito con il quale per due volte è stato eletto in consiglio provinciale, ma sempre da indipendente, visto che non ha mai voluto prendere la tessera. Dopo la mancata rielezione nel 2008 di Iva Berasi e l’esclusione dei Verdi dalla giunta provinciale, Roberto Bombarda è diventato l’unica voce del Sole che ride nelle istituzioni a livello provinciale, ma paradossalmente questa condizione lo ha allontanato sempre più da un partito che, per altro, lui ha sempre criticato per essere troppo Boato-centrico.

A fine gennaio i Verdi dovrebbero fare la propria assemblea provinciale, nella quale il leader storico Marco Boato passerà il testimone ad altri, ma il consigliere provinciale ormai è stanco e non si sente più a casa nel Sole che ride anche se - per il momento - non ha deciso se abbracciare altre famiglie, magari quella del Partito democratico, che già alla vigilia delle elezioni provinciali lo aveva corteggiato offrendogli un posto in lista. Poi, i Verdi gli assicurarono che sarebbe stato capolista, prima di Iva Berasi, e tutto rientrò. Fu eletto ma l’assessore uscente no. E da allora scese il gelo tra Bombarda e i Verdi.

Consigliere Bombarda, è vero che vuole uscire dai Verdi?
Con i Verdi è una storia finita. Io non sono mai stato iscritto, ma ora non vado più alle riunioni ormai da molti mesi. Mi dispiace per come è andata ma nell’ultimo anno e mezzo, dall’inizio della nuova legislatura, sono stato abbandonato, mi hanno lasciato solo.

Cosa intende dire? Non vi parlate?
Voglio dire che dai Verdi non mi è arrivato nessun input sulla linea politica o su iniziative o proposte da presentare in consiglio provinciale. Io faccio tutto da solo, per conto mio porto avanti le mie proposte, non sento e non ho nessuno dietro le spalle. Abbiamo davanti ancora quattro anni impegnativi quindi io ho detto o vi date una svegliata o faccio accordi con qualcun altro, mi sento libero.

Potrebbe andare nel Pd?
No, dico in generale.

Ma se ora cambiasse la guida dei Verdi del Trentino potrebbe restare?
No, è una storia finita. I Verdi non hanno un’agenda politica. Boato non ha neppure mai chiesto un incontro a Dellai in questo anno di legislatura. È difficile stare al governo senza avere un ruolo di governo, né alcun coinvolgimento sulle decisioni importanti. Io l’ho detto a Dellai nel mio intervento in aula sulla legge finanziaria. In questo primo anno e mezzo sono stato corretto nei confronti della maggioranza, ma è un fardello pesante da portare, se non vieni coinvolto su nulla e devi sempre mendicare e poi ci sono assessori che vivono su un altro pianeta e ti mettono i bastoni tra le ruote (leggi Panizza sulla fondazione don Guetti, Ndr.).

Sia il Papa che i vescovi di Bolzano e Trento nel giorno della pace hanno parlato di cambiamenti climatici richiamando al rispetto dell’ambiente. La Chiesa ecologista la sorprende?
Quanta retorica, facessero qualcosa. Quando Alex Langer dieci anni fa parlava di conversione ecologista non lo seguiva nessuno, magari ora che ne parla la Chiesa qualcuno l’ascolta. Mi fa piacere per questo, speriamo che sia seguita anche nel rispetto dell’ambiente e non solo su crocefissi e presepi.

In Trentino come siamo messi sul tema ambiente e cambiamenti climatici?
Il Trentino ha un banco di prova già il 15 gennaio quando in terza commissione comincerà l’esame del mio disegno di legge che prevede proprio una serie di impegnative misure per la protezione del clima e andrà in consiglio provinciale a febbraio. Potremmo diventare una delle prime regioni «amiche del clima». Vedremo subito se alle parole seguiranno i fatti.

 

     

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